Il Bosco di Mestre è uno dei più importanti progetti ambientali con cui il Comune di Venezia sta valorizzando il territorio: con i suoi 230 ettari, questo vero e proprio bosco urbano si inserisce nel contesto cittadino del Comune di Venezia, un piccolo polmone verde nel cuore della città. Il progetto del bosco è orientato all’incremento della biodiversità, mediante il ripristrino dei boschi planziali e la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua. Il Bosco di Carpenedo, il Bosco dell’Osellino, il Bosco di Campalto e le vaste aree Querini con i Boschi Ottolenghi, di Franca e Zaher cingono l’abitato di Mestre con un bosco che di anno in anno assume sempre più l’aspetto naturale tipico del bosco planiziale.
L’idea di dotare Mestre di un grande bosco periurbano nasce attorno al 1984 da un vasto movimento ambientalista che si oppone alla costruzione del nuovo ospedale vicino al boschetto di Carpenedo: nell’ambito dell’Azienda Regionale delle Foreste, di cui Gaetano Zorzetto era consigliere, prende forma il progetto che oggi è realtà. Il progetto prevede la realizzazione di circa 10 nuovi ettari di aree in gran parte boscate, nel Comune di Venezia e in particolare nella fascia perilagunare nord-est dell’abitato di Mestre; la scelta delle specie consentirà di valorizzare alcune funzioni del bosco generalmente meno note, come la produzione di frutti – “food forest” – la possibilità di forme di apicoltura per la presenza di specie mellifere, la creazione di habitat adatti all’avifauna ed alla fauna legata alle zone umide.
Il progetto è pensato per avere impatti positivi dal punto di vista ambientale e sociale, che vadano anche a favorire la popolazione locale. In particolare, gli impatti positivi per il territorio e per i cittadini sono: proteggere la terraferma dalle alluvioni, rinaturalizzare e aumentare la biodiversità, creare aree per lo svago e il tempo libero, educare all’ambiente e creare un “laboratorio vivente naturale”, recuperare la memoria storica e rafforzare l’identità della città.