Ambiente

Panarotta, cento alberi piantati dalla gente per ri-forestare Vaia

Un successo l'iniziativa di WowNature: in tanti hanno acquistato o regalato un albero


Gigi Zoppello


VETRIOLO. Emozione, empatia, resilienza: tutto questo, ieri mattina, alle falde della Panarotta: là dove Vaia ha portato via un'intera foresta, un centinaio di persone si è presentato a piantare di persona un albero acquistato - con una donazione - sulla piattaforma digitale di WowNature.

C'era la coppia venuta apposta a piantumare un faggio donato alla figlia che vive in Inghilterra; c'erano famiglie con bambini; c'erano anziani, residenti trentini, ma anche dal Veneto ed altre regioni. E un'intera classe delle medie di Castelfranco Veneto con i professori.

Mancavano solo le autorità di Levico Terme e il Servizio Foreste della Provincia. Ma è stata una festa, comunque: da oggi ogni persona che ha «acquistato» una pianta, riceverà la posizione esatta georeferenziata, e potrà «venire a trovare» il proprio albero.

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In Panarotta 100 alberi piantati dalla gente per rimediare a Vaia con WowNature

Una giornata per i boschi della Panarotta: sabato 6 maggio, là dove Vaia ha portato via un'intera foresta, un centinaio di persone si è presentato a piantare di persona un albero acquistato - con una donazione - sulla piattaforma digitale di WowNature.

«Questa è solo una delle azioni simboliche - ha spiegato Susanna Ajazi di WowNature - e un'altra la faremo in autunno. Ma sul sito è sempre possibile contribuire, tutto l'anno». Per Jacopo Giacomoni «Cento piante sono poco, se pensiamo che qui Vaia ha distrutto completamente almeno 15 ettari di foresta. Solo per il versante della Casara, dove abbiamo piantato gli alberelli, serviranno diecimila piante per "aiutare" la riforestazione naturale, che però richiederà dai 30 ai 40 anni».

Armati di pala, i volontari amanti degli alberi hanno ascoltato attentamente le istruzioni degli esperti, ed hanno poi messo a dimora betulle, larici, aceri, sorbo dell'uccellatore, noccioli: «Abbiamo scelto di diversificare - hanno detto gli organizzatori - per poter aggiungere ricchezza e varietà a questo nuovo bosco». Certo, c'è anche chi ha domandato se non si possa «lasciare che la Natura faccia ricrescere tutto da sola». La risposta è semplice: sì, ma ci vorrebbero molti più anni.

Giacomoni ha spiegato pazientemente cosa è successo con Vaia: «Due giorni di pioggia eccezionale hanno saturato il terreno, come una spugna, che non era più in grado di assorbire. Quando poi è arrivato il vento eccezionale (fino a 200 all'ora), ha sradicato le piante, che quindi non si sono spezzate, ma sono state sradicate».

Un evento eccezionale? «Un evento eccezionale che però è un chiaro esempio di dove ci sta portando il cambiamento climatico: gli eventi climatici estremi - ha detto Giacomoni - sono violenti, ad alta intensità ma magari a bassa frequenza. Però come vediamo in questi giorni, con estrema siccità e poi alluvioni, ad esempio, sono devastanti».

Vaia ha abbattuto 8 milioni di metri cubi di legname, «Per capirci - hanno detto gli esperti - circa 4 o 5 volte la capacità totale di lavorazione annua di tutte le industrie del legname in Trentino».

Il versante sud della Panarotta (fra Vetriolo e Malga Masi) è stato ora ripulito dalle aziende forestali, ma mostra un paesaggio lunare e spettrale, con le poche rade piante superstiti. Ma la lenta rinascita è iniziata.

WowNature si prende cura delle foreste nei luoghi, e permette di adottare o regalare un albero per vivere l'esperienza di piantarlo con le proprie mani. «Il nostro obiettivo - dicono gli esperti - è ripristinare l'equilibrio fra persone e natura. Selezioniamo con cura le aree dove c'è più bisogno di intervenire e piantiamo seguendo i ritmi della natura».

WowNature è ideato da Etifor, uno spin-off dell'Università di Padova che trasforma le conoscenze scientifiche in impatti positivi per l'ambiente e la comunità. «Alla fine dell'intervento vedrete il marchio FSC®: significa che quella foresta viene gestita in modo responsabile nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. E per una destinazione turistica come la Valsugana, che ha ottenuto la certificazione Green, è importante».

A vegliare sul plotone di volontari armati di pala, la «Lupa del Lagorai», la grande scultura di Martalar, realizzata interamente con legname di scarto dalla pulizia del post-Vaia. E in tanti, ieri, dopo aver piantato un albero, le hanno reso omaggio.













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