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Anche Città della Speranza crede che piantare alberi faccia bene alle nostre città

Entra nel vivo il progetto di riforestazione urbana PadovaO2 che prevede la nascita di un polmone verde di 10.000 alberi, grande quanto 12 campi da calcio, in otto aree della città.

È un anniversario importante quello di quest’anno per la Fondazione Città della Speranza, che festeggia i 25 anni di attività. Un quarto di secolo dedicato al miglioramento delle condizioni di pronto soccorso e alla ricerca medica in ambito pediatrico. Oggi l’Istituto di ricerca (IRP) è un centro di eccellenza unico in Europa, interamente dedicato alla pediatria. E per festeggiare al meglio questa ricorrenza quale miglior modo se non quello di adottare 25 alberi e partecipare così attivamente al progetto PadovaO2? In questo modo anche la fondazione Città della Speranza parteciperà a rendere la città di Padova un po’ più verde e un po’ più salubre.

 

Perché Città della Speranza ha aderito a PadovaO2

Negli ultimi anni i livelli di inquinamento atmosferico sono aumentati in moltissime aree del pianeta, Italia compresa. Tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato che nel 2019 l’inquinamento dell’aria è considerato il maggior rischio per la salute delle persone. Pensate a quell’immagine satellitare della pianura padana che mostra una fitta coltre grigia ricoprire gran parte delle regioni del Nord, o alle immagini delle maggiori città della Cina dove le persone sono costrette ad uscire con una mascherina, o a non uscire affatto. Siamo probabilmente di fronte ad uno dei maggiori problemi che la nostra società si trova oggi ad affrontare. Problema che ha un impatto enorme sulle nostre vite, in particolare sulle frange più deboli della popolazione, come bambini e anziani.

 

I dati resi noti dall’Oms sono purtroppo allarmanti e dicono che il 93 per cento della popolazione mondiale è ormai esposta all’inquinamento atmosferico e ambientale. “Sono molte le patologie legate ad una cattiva qualità dell’aria, come lo sviluppo di malattie respiratorie e cardiovascolari. Ma negli anni è aumentato anche il numero di bambini nati prematuri, che si porteranno dietro tutta una serie di problematiche durante il corso della loro vita”, ci racconta Antonella Viola, direttrice scientifica dell’IRP. Insomma, nascere e crescere in un ambiente già malato non aiuterà certo a vivere in salute. Ma le soluzioni ci sono, basta metterle in pratica e ognuno di noi può essere parte attiva: ridurre gli spostamenti con l’auto privata, abbassare anche di un grado la temperatura invernale nelle nostre case, aumentare le aree verdi nelle nostre città, perché capaci di abbattere parte degli inquinanti. Gli alberi infatti sono i nostri migliori alleati. “Per questo motivo abbiamo deciso di sposare l’iniziativa Padova O2, perché la lotta al cambiamento climatico e l’impegno alla riduzione dell’inquinamento è un’emergenza che riguarda la nostra salute”.

 

Quali alberi ha donato Città della Speranza

Attraverso il portale WOWnature è possibile, sia per i privati che per le aziende, partecipare attivamente alla creazione di nuovi boschi urbani che restituiranno verde, biodiversità e benessere alla città e ai cittadini. Lo ha fatto Fondazione Città della Speranza, aderendo al progetto PadovaO2: insieme al nostro team di ricerca sono state scelte nove piante di nocciolo e sedici di acero, essenze che favoriscono la cattura delle polveri fini come il PM10 e il PM2,5. Gli alberi donati da IRP saranno messi a dimora dal mese di ottobre 2019 all’Arcella, nella zona del Cavalcavia Camerini e lì potranno crescere contribuendo a migliorare la qualità dell’aria della città e a ridurre le emissioni di CO2.

 

Di cosa si occupa l’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza

Con sede a Padova, l’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza è il più grande polo europeo dedicato alla ricerca scientifica e clinica di eccellenza nell’ambito delle malattie pediatriche. Attivo dal 2012, oggi conta 300 ricercatori che trattano le patologie pediatriche sotto differenti aspetti per moltiplicare le possibilità di successo in termini di nuove scoperte. Le sue principali aree di ricerca sono: l’oncologia pediatrica, il trapianto di cellule staminali e la terapia genica; la medicina rigenerativa; la nanomedicina; la genetica e le malattie rare; l’immunologia e la neuroimmunologia; la medicina predittiva.

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