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A Padova una foresta per Sherwood

Dalla leggenda alla realtà. Anche Padova avrà la sua personale “foresta” di Sherwood grazie agli alberi donati dal festival e a tutti coloro che hanno partecipato a uno degli eventi più importanti della città.

Quando parliamo di Sherwood non possiamo non pensare alla mitica foresta dove Robin Hood insieme a lady Marian e ai suoi scagnozzi si rifugiava dopo aver tolto qualche tesoro o denaro di troppo ai ricchi nobili inglesi. Quando scrisse quelle pagine, Dumas volle che Robin Hood diventasse un esempio di nobiltà d’animo e senso della giustizia per i secoli a venire. Così come la foresta di Sherwood divenne l’esempio di rifugio, dove è la natura stessa a proteggere i suoi abitanti. Questa vasta area è ancora ricoperta di boschi e brughiere, ma negli anni ha subito pressioni dall’uomo e ha rischiato di scomparire. Ma grazie al lavoro di associazioni e società civile oggi è fortunatamente una riserva naturale protetta. Qui svettano 900 antiche querce: si pensa che alcune tra queste possano avere tra gli 800 e i 1.000 anni d’età.

 

Sherwood Festival

È con lo stesso spirito che nasce a Padova negli anni 70 Radio Sherwood, un’emittente libera che dava voce alle tante istanze sociali di quegli anni.
Proprio per finanziare questo progetto radiofonico nasce una festa che inizia a svolgersi con regolarità ogni estate circa 30 anni fa. Solo pochi giorni, in location diverse, per arrivare poi nel 2000 al Parcheggio Nord dello Stadio Euganeo per un mese, ormai, di rassegna musicale e culturale.

Il festival non solo ha ospitato artisti internazionali ed emergenti, ma è diventato un vero e proprio spazio di sperimetazione. Infatti lo “Sherwood”, così come lo chiamano a Padova, è un laboratorio a cielo aperto dove discutere e conoscere nuove realtà musicali e non.

L’evoluzione naturale del Sherwood Festival

Viviamo in tempi incerti, nei quali però sembra che il seme del cambiamento stia germogliando. Se pensiamo ai cambiamenti climatici e ai dati purtroppo allarmanti che la scienza ci ha messo di fronte, ci si accorge come l’urgenza sia ormai parte della nostra vita quotidiana. E lo sarà per le generazioni future. Quelle che oggi sono al parco a giocare, o quelle che stanno andando al concerto del loro artista preferito. Ma i movimenti come quelli partiti con Greta Thunberg e Extinction Rebellion ci confermano tutto il fermento delle nuove generazioni.

Lo sappiamo, tutti i grandi eventi culturali, musicali o sportivi causano gravi impatti sull’ambiente. E lo Sherwood festival non è certo esente. In Italia è stato ad esempio calcolato che le emissioni climalteranti provocate dai circa 23mila grandi eventi musicali dal vivo, concerti e festival organizzati in un solo anno, ammontano a circa 1.600.000 tonnellate di CO2, che equivalgono alle emissioni determinate in un anno da 216mila famiglie di tre persone circa ciascuna.

Per questo motivo, conscio del proprio impatto e della propria missione, anche il team del festival ha deciso di iniziare un percorso che continuerà certamente nelle prossime edizioni. Tutte le soluzioni che adottate devono fare i conti con politiche che non favoriscono questo tipo di approccio e la sostenibilità economica di un festival indipendente e autogestito che ha costi di produzione altissimi.

È quindi necessario e urgente adottare tutte le pratiche e le azioni possibili per dare un contributo e un segnale forte che sensibilizzi, i frequentatori del festival, la cittadinanza ma non solo. Insomma agire nell’immediato con azioni concrete.

 

Abbiamo bisogno di voi

Ma come in tutte le grandi rivoluzioni, c’è bisogno dell’impegno di tutti. Per questo lo Sherwood festival ha deciso di ridurre le emissioni dell’evento del 50 per cento grazie in particolare all’utilizzo di energia rinnovabile e alla scelta di dire addio alla plastica. Bicchieri, posate, bottigliette d’acqua saranno tutte in PLA, ovvero in un materiale biodegradabile che, se adeguatamente smaltito e trattato, si degrada senza lasciare traccia.

Non solo. Come non pensare di donare una foresta di Sherwood alla città che da sempre ospita il festival?

Per questo il festival ha deciso di aderire a PadovaO2 – iniziativa del Comune di Padova e di WOWnature – adottando 100 alberi che saranno piantati in aree selezionate della città. I nuovi alberi, crescendo, aiuteranno a ridurre le emissioni di CO2 e a ripulire in parte l’aria dagli inquinanti.

Al grido di “Sherwood Changes for Climate Justice” anche questo grande evento che la città di Padova ha imparato a conoscere e amare prende parte alla sfida più urgente del nostro tempo: combattere il cambiamento climatico. Come? Continuando a fare quello che ha sempre fatto: divertendosi, sostenendo l’arte, la musica e ovviamente proteggendo la natura con WOWnature!

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