Azzeruolo
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- Gli amanti delle cose buone
Alberello che si sviluppa fino a 8 metri di altezza e che produce dei frutti dalle tonalitĂ rosso-biancastre, molto apprezzati nelle tavole rinascimentali! Se consumati freschi, sono dissetanti, rinfrescanti, dal sapore simile a quello delle mele o delle nespole e ricchi di vitamina A! Lâazzeruolo era spesso piantato in filari lungo le strade di campagna e nei poderi. Dedicato a chi ama riscoprire sapori antichi.
Nome scientifico: Crataegus azarolus
Nome comune: Azzeruolo
È un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Originario dell'Asia Minore, si sarebbe poi diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. Le foglie sono ovali e hanno un bel color verde brillante, ma ingialliscono prima della caduta. I fiorellini bianchi spuntano a gruppetti che vanno dai 3 ai 18 tra aprile e maggio. Il piccolo frutto è un pomo commestibile di forma globosa. Sotto la buccia rossa o giallastra si trova una polpa arancione dal sapore agrodolce, simile a quello della mela.
Gran parte dei botanici ritiene che questa specie sia originaria dellâAsia Minore o dellâisola di Creta, da cui si sarebbe diffusa come coltivazione in tutto il resto del bacino del Mediterraneo, in particolare nel Nord Africa, e dellâEuropa. Nel XVI secolo, Giacomo Castelvetro chiamava i frutti âLazzeroniâ e sosteneva che essi erano âun frutto non soltanto bello e piacevole allâocchio ma buono e di gusto e molto sano per i corpi indispostiâ attribuendogli, inoltre, virtĂš curative: âil suo sapore è agrodolce, ed è fuor di dubbio che allevia la sete delle febbri ardenti, e per questa ragione, i medici lo danno agli affebbratiâ. Era cosĂŹ convinto delle proprietĂ di questa bacca che ne fece dono a Sir Arrigo Wottoni, un diplomatico inglese che rese numerose visite allâItalia.
Gran parte dei botanici ritiene che questa specie sia originaria dellâAsia Minore o dellâisola di Creta, da cui si sarebbe diffusa come coltivazione in tutto il resto del bacino del Mediterraneo, in particolare nel Nord Africa, e dellâEuropa. Nel XVI secolo, Giacomo Castelvetro chiamava i frutti âLazzeroniâ e sosteneva che essi erano âun frutto non soltanto bello e piacevole allâocchio ma buono e di gusto e molto sano per i corpi indispostiâ attribuendogli virtĂš curative. Scriveva âil suo sapore è agrodolce, ed è fuor di dubbio che allevia la sete delle febbri ardenti, e per questa ragione, i medici lo danno agli affebbratiâ. Era cosĂŹ convinto delle proprietĂ di questa bacca che ne fece dono a Sir Arrigo Wottoni, un diplomatico inglese che visitò varie volte l’Italia.
Caratteristiche che lo rendono unico
di CO2 catturata in un anno
altezza raggiungibile