
Giuggiolo
Chi vuole dire "grazie"
Gli amanti delle cose buone
I più trendy
Conosciuto anche come Dattero Cinese, è un albero molto longevo e caratterizzato da una crescita molto lenta. Gli esemplari lasciati crescere liberamente superano anche i 10 metri in altezza. I frutti, le giuggiole, il cui sapore è un misto tra il dattero e la mela, sono grandi quanto un oliva e, a piena maturazione, assumono un colore bruno-rossiccio. Nei Colli Euganei, vicino a Padova, vi si produce un famoso liquore che vi fa letteralmente andare in brodo di giuggiole. Dedicato a chi vive una grande felicità!
Nome scientifico: Ziziphus jujuba
Nome comune: Giuggiolo o Dattero cinese
Si tratta di un arbusto o piccolo albero orientale appartenente alle Ramnaceae. È una pianta a foglie decidue color verde lucido, di forma obovata o ovoidale con il margine finemente dentellato. Risultano essere piuttosto coriacee, adatte a resistere a climi caldi ed asciutti. La fioritura primaverile porta fiorellini giallastri a gruppi di 8 circa. Sono fiori ermafroditi, che danno generano i famosi frutti. Le giuggiole sono infatti delle drupe globulose, di circa 1,5 cm di diametro, la cui forma cambia molto a seconda delle specie coltivata: rotonda, allungata o anche periforme. All’interno contengono assumono un nocciolo appuntito avvolto nella polpa biancastra, la quale può risultare più o meno di consistenza farinosa e dal sapore simile a quello delle mele. A maturazione inoltrata, le giuggiole ricordano il gusto dolciastro dei datteri. La buccia prende un colore rosso brunastro a maturazione completa e la raccolta avviene nei mesi autunnali.
In Cina è considerato tra gli alberi da frutto più importanti. Nei giardini del bacino del Mediterraneo è presente già dall’epoca dell’imperatore Augusto. Era tradizione che le antiche massaie preparassero uno sciroppo o liquore fatto con le giuggiole da offrire agli ospiti. Fino agli anni ’50 era abitudine farne giusto qualche bottiglia magari da regalare a notabili, preti, fattori. Nelle famiglie contadine, la frutta, secondo il periodo di maturazione, veniva messa a pezzi in un vaso e, per infusione alcolica, si otteneva un succo liquoroso che per la sua dolcezza è chiamato “Brodo di Giuggiole”. Il termine passò nell’uso comune ad indicare un qualche cosa di dolce e buono al punto che “andare in brodo di giuggiole” è sinonimo di gongolare di gioia. Per i Romani, il giuggiolo simboleggiava il silenzio e per questo motivo era utilizzato per adornare i templi della dea Prudenza. In Romagna e in generale nelle case coloniche la pianta del giuggiolo veniva piantata vicino l’uscio, nella zona più esposta al sole, poiché ritenuta un portafortuna.
La giuggiola è un noto rimedio medicinale omeopatico in molte culture e regioni del mondo. Proviene dall’Estremo Oriente e in Cina viene coltivata per uso alimentare ed utilizzata con scopi medicinali da più di 4.000 anni. E’ conosciuta e coltivata anche in altri paesi, come il Marocco, il Medio Oriente, la Corea e l’India, dove viene utilizzata per creare infusi, confetture, caramelle, e persino aceto, tutti prodotti finalizzati al trattamento di una vasta gamma di disturbi e per promuovere la salute fisica in generale.
Caratteristiche che lo rendono unico
altezza raggiungibile
frutta prodotta in un anno