close
close

Nessun prodotto nel carrello.

Com’è fatto un albero?

Gli alberi ci sembrano semplici: un tronco, una chioma e tante foglie. Eppure gli sono organismi complessi e organizzati, capaci di comunicare sotto terra, registrare la storia del clima, produrre ossigeno e sostenere interi ecosistemi. Scopriamo com’è fatto un albero — dalle radici alle foglie — e perché conoscere queste parti è fondamentale per rigenerare i boschi e scegliere le specie giuste da piantare.

Come si riconosce un albero?

Distinguere le piante non è così banale. Nel mondo vegetale, la classificazione delle specie parte da tre grandi categorie:

  • Erbacee: fusto non legnoso, di solito basse (come i fiori nei giardini). Alcune eccezioni sorprendono: il bambù, pur avendo fusto legnoso, è considerato erbacea.
  • Arbusti: più fusti legnosi sottili che partono dal terreno, chioma che si sviluppa già pochi centimetri dal suolo. Un esempio comune è il nocciolo, che si può trovare facilmente anche in molti parchi cittadini.
  • Alberi: un unico fusto legnoso, il tronco, che si sviluppa verso l’alto e poi si ramifica formando la chioma.

Solo capendo questa differenza possiamo riconoscere davvero ciò che ci circonda e scegliere le specie giuste da piantare quando rigeneriamo un ambiente.

Radici: la rete nascosta che sostiene tutto

Le radici sono più di semplici ancore infatti assorbono acqua e nutrienti, ma fungono anche da centro di comunicazione e scambio.

La simbiosi con i funghi del suolo permette agli alberi di inviare segnali, condividere risorse e aiutare piante più giovani o stressate. È una rete vivente che mantiene saldo l’albero e influenza la capacità del terreno di trattenere acqua, un aspetto fondamentale quando si pensa a gestione del suolo e difesa dal dissesto idrogeologico.

Tronco: sostegno, memoria e connessioni

Il tronco è la colonna portante dell’albero. Protegge, collega e racconta il passato della pianta.

 

Partendo dall’esterno e andando verso l’interno possiamo osservare le diverse strutture dell’albero:

  • Corteccia: un guscio protettivo che difende l’albero da agenti esterni come insetti, funghi e variazioni climatiche.
  • Floema (o libro): il tessuto che trasporta la linfa elaborata, cioè gli zuccheri prodotti dalle foglie, verso radici e rami che ne hanno bisogno.
  • Cambio: uno strato sottile che produce ogni anno nuovo legno verso l’interno e nuovo floema verso l’esterno, permettendo all’albero di crescere in diametro.
  • Xilema (o legno): conduce la linfa grezza, un mix di acqua e sali minerali, dalle radici fino alla chioma, garantendo nutrimento e idratazione.
  • Midollo: la parte più interna, un deposito di sostanze di riserva utile alla pianta soprattutto in situazioni di stress o durante la crescita iniziale.

 

È attraverso questo complesso sistema che scorrono le linfe vitali dell’albero. Quando questi flussi vengono interrotti, l’albero rischia la morte. È ciò che sta accadendo nelle Dolomiti, dove gli abeti rossi sono attaccati dal bostrico, un piccolo coleottero che scava gallerie sotto la corteccia per deporre le uova, danneggiando floema e xilema e bloccando il passaggio della linfa. Il risultato è la morte di interi alberi e un cambiamento significativo del paesaggio forestale.

Foglie e chioma: le fabbriche dell’energia

La chioma è il cuore verde dell’albero, dove avvengono le principali funzioni vitali. Le foglie, sostenute dal picciolo e organizzate in lamina con le nervature, contengono gli stomi, piccolissime aperture che regolano gli scambi gassosi con l’ambiente.

 

Le foglie svolgono tre funzioni fondamentali:

1- Fotosintesi clorofilliana: durante il giorno, le foglie trasformano luce, acqua e anidride carbonica in glucosio, zucchero ricco di energia che nutre l’albero, liberando ossigeno nell’aria.

2- Traspirazione: attraverso gli stomi l’acqua viene rilasciata come vapore, contribuendo a regolare l’equilibrio idrico dell’albero e a creare microclimi più freschi intorno alla pianta.

3- Respirazione: di notte le foglie consumano ossigeno e rilasciano anidride carbonica, permettendo alle cellule di svolgere le loro funzioni vitali anche senza fotosintesi.

 

In città e nei centri abitati, la chioma amplia la sua funzione: oltre a fornire ombra, riduce le isole di calore, migliora la qualità dell’aria e aumenta il comfort delle persone, dimostrando quanto gli alberi siano essenziali anche negli ecosistemi urbani.

Fiori e frutti: come si riproducono gli alberi

Fiori, frutti e semi rappresentano il cuore della riproduzione degli alberi. I fiori danno origine ai frutti, che contengono i semi. Molti semi vengono trasportati dal vento, dagli animali o dall’acqua, permettendo all’albero di colonizzare spazi lontani dalla pianta madre.

 

I frutti non hanno solo una funzione riproduttiva: sono anche una preziosa risorsa alimentare per uccelli, insetti, mammiferi e per le persone. In questo modo, ogni albero partecipa a una rete ecologica più ampia, sostenendo la biodiversità e contribuendo alla salute e alla resilienza della foresta.

Perché conoscere gli alberi è importante per la riforestazione?

Capire come è fatto un albero è fondamentale quando si parla di riforestazione. Conoscere le caratteristiche di ciascuna specie permette di scegliere quella più adatta a un determinato contesto, alcune sono resistenti alla siccità, altre sopportano climi freddi o terreni umidi.

 

In contesti dove la rigenerazione naturale fatica a ripartire — a causa di specie invasive, degrado del suolo o scarsità di semi — intervenire in modo mirato diventa essenziale. Piantare la specie giusta nel posto giusto significa costruire foreste più resilienti, capaci di durare nel tempo.


Vuoi darci una mano? Adotta un albero, ti aspettiamo in foresta per piantarlo insieme.

CONDIVIDI