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Come torneremo a fare trekking in montagna

La stagione si aprirà con nuove regole anti Covid-19 e alcune incertezze. Ma la montagna resta lì, pronta ad accoglierci.

Dal 4 maggio scorso le maglie dell’isolamento si sono un po’ allentate. Fra le novità introdotte dal decreto del 26 aprile c’è la possibilità di svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, non più solo in prossimità della propria abitazione. Secondo le ultime indicazioni del governo è anche consentito spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Mentre non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria regione. 

Torna possibile quindi l’attività all’aperto in quella che viene definita come “Fase 2”. 

Ma è possibile andare in montagna a fare trekking? 

A dire la verità restano ancora dei dubbi sul fatto che il trekking possa o meno essere considerato parte dell’attività motoria. Ogni Regione infatti ha emanato diverse normative, non sempre concordi. Per avere maggiore chiarezza sul tema il Club Alpino Italiano (CAI) ha chiesto a Gian Paolo Boscariol – componente del Comitato paritetico Cai Mibact – un’analisi comparativa delle disposizioni regionali “emergenziali” in tema di attività motoria. Nei prossimi paragrafi puoi leggere i punti salienti delle riflessioni diffuse negli ultimi giorni sul tema “montagne post covid-19”. Buona lettura!

 

Come sarà la prossima stagione estiva in montagna

Ma come sarà la stagione estiva in montagna? I rifugi apriranno? Dovremmo dire addio ai letti a castello? Alla questione ha provato rispondere il Cai Veneto, sottolineando che la stagione quasi sicuramente non riaprirà prima della fine di giugno. 

Per quanto riguarda le camere e i letti a castello, queste potranno essere prenotate solo dai componenti lo stesso nucleo familiare. Lo stesso dicasi per i tavoli. Diversamente in camerata si dormirà un materasso sì e un materasso no e a pranzo, a turno, rispettando le distanze. Sicuramente sarà obbligatoria la prenotazione. Per le emergenze, maltempo o ospiti inattesi, i canederli si consumeranno sotto una tensostruttura predisposta per tutta la stagione. 

Stesse regole per la sera, attorno al caminetto. All’aperto, si porterà la mascherina solo se c’è la coda: nei sentieri, agli attacchi delle ferrate e attorno ai laghetti di moda. Qui, protezione e distanze saranno obbligatorie. 

 

L’incognita sentieri

Certo rimane una delle tante incognite. In questi mesi di chiusura e nei quali non ci saranno molte presenze, i sentieri rischiano di venire “inghiottiti” dalla natura. Prima di partire è quindi importante controllare sui bollettini del Cai regionale le condizioni del luogo che si vuole raggiungere, così da evitare di non riuscire a proseguire.

Valgono poi i consigli di sempre: meglio frequentare la montagna non da soli e avvisare sempre qualcuno del luogo che si è intenzionati a raggiungere. E sopratutto, non sottovalutare mai la montagna. Men che meno in queste settimane.

 

Una nuova ripartenza

Quel che è certo è che la montagna rimane là ad aspettarci, in quella che sarà una nuova normalità.

Una normalità nella quale, forse, non ci saranno più code interminabili per raggiungere i rifugi. O la presa d’assalto dei passi dolomitici.

Una normalità in cui la montagna possa essere vissuta con calma e sobrietà per ricaricarci dopo settimane di isolamento e incertezza. 

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