Burkina Faso e desertificazione: Yacouba Sawadogo, l'agricoltore che ha fermato l'avanzata del deserto - WOWnature
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Burkina Faso e desertificazione: Yacouba Sawadogo, l’agricoltore che ha fermato l’avanzata del deserto

Riforestazione, conservazione del suolo ma soprattutto amore per la propria terra: questi gli ingredienti usati da Yacouba Sawadogo, un semplice agricoltore burkinabé che ha trovato una soluzione alla desertificazione permettendo alla famiglia ed al villaggio di avere una seconda vita.

Yacouba Sawadogo è un piccolo agricoltore originario Burkina Faso che è riuscito a fermare l’avanzata del deserto nel suo villaggio, piantando alberi che andranno a formare una nuova foresta. Yacouba ha iniziato quest’opera come unica risposta ad un grandissimo periodo di siccità che, a causa anche di uno sfruttamento considerevole dei terreni destinati all’agricoltura ed all’allevamento, sta portando al collasso la zona settentrionale del Burkina Faso. Pensate che all’inizio Sawadogo veniva deriso da agricoltori e contadini della sua stessa comunità che, non credendo nelle sue capacità, dubitavano addirittura che fosse sano di mente: per fortuna le cose sono andate diversamente.

 

Si, perché Sawadogo non ha avuto a disposizione né strumenti di lavoro all’avanguardia e nemmeno una formazione tecnica specifica: Sawadogo si è affidato alla “zai”, un’antica tecnica agricola africana che migliora la crescita delle foreste e la qualità del suolo, facendo si che questo non s’impoverisca a causa dello sfruttamento agricolo. In pochi anni il terreno arido si è trasformato in una foresta di 40 ettari, che ospita circa 96 specie di alberi e 66 piante di cui alcune sono commestibili e con proprietà medicinali e curative: ovviamente, in questo habitat è anche ritornata la fauna selvatica.

Thomas Sankara (che è stato presidente del Burkina Faso dal 1983 al 1987, ne parliamo in questo raccontoWOWaveva lanciato un appello per far sviluppare delle iniziative che fermassero l’avanzamento del deserto – racconta Sawadogo – e quando venne a vedere il mio lavoro, mi chiese quale tecnica stessi usando e gli dissi che era zai. È per questo che mi chiamano Yacoub Zai”.
Che cos’é esattamente la tecnica zai lo racconteremo nel prossimo raccontoWOW, ma possiamo descriverla così: una serie di pozzetti profondi una decina di centimetri riesce a raccogliere la poca acqua piovana, concentrarla e rendere il terreno fertile, regalando appunto raccolto e aree verdi a zone minacciate dalla desertificazione.

Sawadogo ha fatto storia ed ha ispirato le generazioni successive: zai, la tecnica utilizzata da Sawadogo, si è diffusa fino ad attraversare il confine con il Mali, e ora viene insegnata a tutti coloro che vogliono apprenderla. “Voglio sviluppare un programma di formazione che possa diventare il punto di partenza per scambi produttivi in tutta la regione; ci sono moltissimi agricoltori che vengono da villaggi qui vicino per ricevere consigli su quali semi di qualità sia meglio piantare”, spiega Sawadogo. “Ho deciso di non tenere segreti i miei metodi agricoli”.

Se il nostro racconto vi ha appassionato, potete guardare il documentario che racconta la sua storia: qui sotto trovate il trailer. Se invece vuoi aiutarci nel progetto di riforestazione in Burkina Faso che sta già aiutando decine di agricoltori a raggiungere l’autosufficienza e fermare la desertificazione che avanza, puoi visitare questa pagina.

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