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Il paese degli uomini integri: la rinascita del Burkina Faso riparte dalle donne

Il contesto attuale del Burkina Faso è abbastanza preoccupante, anche e soprattutto a causa dell’aggravarsi della crisi portata dal Covid19: le già deboli strutture sanitarie locali sono in estrema difficoltà e la necessità di misure di quarantena sta “soffocando” le comunità, e in particolare le donne, impegnate nella produzione e commercio locale dei prodotti derivati dall’agricoltura.

La condizione della donna in Burkina Faso

In realtà, la condizione della donna in Burkina Faso soffre di una “malattia atavica”: il tasso di mortalità al momento del parto è molto alto, in particolare a causa della maternità precoce dovuta a matrimoni forzati in giovane età; inoltre, la stragrande maggioranza delle donne non ha accesso all’istruzione perché questa è riservata al figlio maschio. In questo contesto si inserisce anche la variazione ciclica della produzione agricola, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, il degrado ambientale: tutti questi elementi contribuiscono alla fragilità della struttura familiare in ambiente rurale che, come soluzione di emergenza, inizia a vendere stock di cereali, scorte di sementi, ricorrendo alla migrazione riducendo quantità e qualità degli alimenti.

Eppure, la speranza di un futuro migliore arriva proprio dalle donne: in alcune province rurali moltissime associazioni stanno organizzando corsi di formazione sul tema dell’agricoltura biologica tenuta a favore delle donne agricoltrici. Esiste però una una risorsa molto importante per l’economia del Burkina Faso: il burro di karitè, prodotto derivato dall’omonima pianta. La “Federazione delle Associazioni per lo Sviluppo e l’Emancipazione delle Donne del Sud-Ovest” ospita un centro di trasformazione del burro di karité ma si occupa anche di lavorare e trasformare materie prime come il baobab, i moringaneré. Il centro di lavorazione è molto ben organizzato e si occupa di tutte le fasi di produzione, compreso imballaggio e spedizione della merce.

Nella nostra ultima missione ci siamo occupati di moltissime attività: distribuzione di piantine (baobab, moringa, karité, neré) della semina diretta su terreno sollevati contro l’allagamento, del miglioramento della gestione del baobab, della riforestazione urbana. Tutte queste attività sono coerenti ed in linea con le possibilità e potenzialità dello sviluppo dell’economia locale; ci siamo occupati anche del trasferimento di buone pratiche e conoscenze per una gestione efficace e sostenibile delle piantagioni.

Supportare una comunità locale, fornir loro gli strumenti necessari per l’autosufficienza produttiva, alimentare ed economica di una piccola realtà può essere un esempio utile ad ispirare enti, associazioni locali ed internazionali, ma anche e soprattutto l’opinione pubblica, spesso distante e poco incline a conoscere – e riconoscere – iniziative realmente utili ed efficaci per scongiurare l’abbandono delle colture locali, contrastare la deforestazione ed aumentare know-how e capitale sociale connesso a queste attività.
Condividiamo alcune immagini di una parte della nostra missione in Burkina Faso e che raccontano le donne impiegate nella lavorazione del burro di karité. In questo raccontoWOW, invece, vi raccontiamo di Thomas Sankara e della rivoluzione ecologica teorizzata e realizzata da questo carismatico leader.

Il nostro progetto in Burkina con AES-CCC 

Con l’obiettivo di dare vita a un processo di empowerment femminile capace di supportare la comunità locale per renderla autosufficiente stiamo lavorando a un progetto di riforestazione sociale che ti permette di adottare delle specie fondamentali per la sussistenza dei villaggi.

Il Baobab, il Karité, la Moringa, il Neré sono tutte specie che, oltre a lottare contro la desertificazione, contribuiscono alla formazione delle donne burkinabé rispetto alla cura e alla lavorazione dei frutti di questi alberi in prodotti finiti, a uso sia alimentare che cosmetico. Questo “Progetto per il miglioramento delle condizioni nutrizionali di donne e bambini nei distretti sanitari di Garango e Tenkodogo, Burkina Faso” (Cod. n. 11874) è nato in collaborazione con l’ONG italiana AesCcc ed è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

La donna in Burkina Faso rappresenta il pilastro delle comunità rurali dato che costituiscono la stragrande maggioranza della forza lavoro. Gli alberi che verranno piantati saranno gestiti dall’Unione delle donne di Garango ed i prodotti derivati saranno commercializzati nel mercato locale e nella capitale, Ouagadogou. Il progetto ha l’obiettivo di trovare nuovi canali di vendita e distribuzione per i prodotti cosmetici come il burro di karité, olio di baobab e olio di moringa. Inoltre, il team aiuterà le comunità locali a ottimizzare la lavorazione e trovare una certificazione adatta a valorizzare la sostenibilità dei prodotti realizzati.

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