
Fa troppo caldo in città? Rifugiamoci in un bosco cittadino
 
															Ormai accade sempre più spesso che le ondate di calore raggiungano temperature tropicali, soprattutto qui in città. Si fa quasi fatica a uscire di casa, anche per fare le più semplici commissioni o andare al lavoro. Lo sappiamo, non tutti hanno la possibilità di andare al mare o in montagna, per ritrovare un po’ di sollievo. “Ciao, vado a tuffarmi in acqua”. “Qua non serve nemmeno l’aria condizionata!”, scrivono così gli amici su Whatsapp e la voglia di partire aumenta. Ma dove possiamo andare senza dover macinare chilometri e chilometri e magari passare ore in coda? Una soluzione c’è, ed è più vicina di quanto crediate!
 
															Per combattere il caldo in città, scegliamo i parchi e i boschi cittadini
In aiuto ci vengono le aree verdi delle nostre città. Parchi e boschi cittadini possono portare un po’ di fresco nelle giornate più calde. Fateci caso: a volta basta entrare in un bosco e la temperatura subito si abbassa di qualche grado e diventa sopportabile. Le chiome degli alberi possono essere un’arma molto efficace contro le ondate di calore.
Gli alberi inoltre offrono un numero sorprendentemente alto di altri benefici: riducono il rischio di inondazioni, aumentano la cattura della CO2 e di altri inquinanti atmosferici, diventano rifugio per la fauna e ci offre spazi per fare esercizio e tenerci in forma.
L’effetto isola di calore
Te lo spieghiamo in questo articolo con un video dedicato.
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Overshoot Day 2022: i dati di tutti i paesi
Per sapere effettivamente quando sarà l’Overshoot Day 2022 della Terra bisognerà attendere almeno la Giornata mondiale dell’Ambiente del 5 giugno prossimo. Per ora sono disponibili solo i calcoli sull’impronta ecologica dei singoli paesi rispetto alle capacità di rigenerazione, che sono stati realizzati dal Global Footprint Network, organizzazione di ricerca internazionale.
L’Italia, secondo i calcoli del National Footprint and Biocapacity Accounts, avrebbe bisogno di 2,7 Terre rispetto a 5,1 degli Stati Uniti, 4,5 dell’Australia e 3,4 della Russia mentre, secondo un altri calcoli, l’Italia avrebbe bisogno di 5,3 Italie per soddisfare la domanda di natura dei propri residenti, piazzandosi solo al secondo posto dopo il Giappone con 7,9.
Secondo i calcoli, l’umanità sta “usando la natura 1,75 volte più velocemente di quanto la biocapacità del nostro pianeta possa rigenerarsi” che equivale a “utilizzare le risorse di 1,75 Terre”. L’impronta ecologica è tra gli indicatori più completi ad oggi disponibili per la contabilità delle risorse biologiche, ridorda l’organizzazione, e somma tutte le richieste concorrenti delle persone per le aree biologicamente produttive: cibo, legname, fibre, sequestro del carbonio e sistemazione delle infrastrutture. Attualmente, le emissioni di carbonio derivanti dai combustibili fossili costituiscono al 61% dell’Impronta Ecologica dell’umanità. (Fonte: Ansa)



